Libri – Saggi – Riflessioni


Libri, Saggi, Riflessioni

Nell’antichità, i percorsi del riutilizzo delle cose erano condizionati tanto dal logorarsi degli oggetti, quanto dal modo in cui la natura utile o superflua era percepita secondo le coordinate culturali di coloro che le utilizzavano.

Un abito, una sedia, un piatto venivano riconsiderati come utili o “gattivi”, “tristi” in conseguenza della loro apparenza, della stima espressa dai loro nuovi proprietari e delle necessità che soddisfacevano.

Come dichiarato nel trattato sul superfluo economico di Bonaventura da Bagnoregio, l’utilità non era un attributo economico assoluto, ma variava a seconda dell’identità di chi faceva uso dei beni, dei tempi, dei luoghi e della situazione economica generale.
La porpora si addiceva ai cardinali e all’aristocrazia ma non agli artigiani o ai mercanti, il velluto cremisi era adatto a rappresentare l’onore di chi non aveva svolto alcun mestiere manuale da almeno trent’anni, ma era un lusso superfluo per chi apparteneva a famiglie di macellai, merciai od orefici.

Utilizzare e riutilizzare le cose implicava l’esercizio di una capacità di scelta, stabilita per legge soprattutto dal Tre al Quattrocento, e richiedeva una competenza nel riconoscere l’utilità relativa delle cose che si maneggiavano.
Era importante sia per sfuggire alle penali che punivano chi consumava quello che non avrebbe dovuto, sia per dimostrare di saper distinguere l’utile dall’inutile così da poter ricavare un profitto e appartenere a pieno titolo al proprio gruppo socio-professionale.

Il discernimento dell’utile e dell’inutile aveva anche un significato sociale: era prescritto dalle norme suntuarie, insegnato dai testi di pedagogia mercantile ma anche imposto dal desiderio di partecipare, per esistere come cives e come esseri umani degni.

Tutto questo è al centro dell’ultimo libro di Giacomo Todeschini, “Seconda Mano”. Lo trovate in tutte le librerie: bit.ly/SecondaManoSalerno

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ANTOLOGIA – IL BEL VIAGGIO, Giovanni Papini – Enzo Palmieri, Palumbo, Febbraio 1954


ANTOLOGIA – IL BEL VIAGGIO, Giovanni Papini – Enzo Palmieri, Palumbo, Febbraio 1954

Giovanni Papini

Racconti di Mezzanotte

Il Bel Viaggio, Antologia


  • Libri – Saggi – Riflessioni

    Libri, Saggi, Riflessioni

    Nell’antichità, i percorsi del riutilizzo delle cose erano condizionati tanto dal logorarsi degli oggetti, quanto dal modo in cui la natura utile o superflua era percepita secondo le coordinate culturali di coloro che le utilizzavano.

    Un abito, una sedia, un piatto venivano riconsiderati come utili o “gattivi”, “tristi” in conseguenza della loro apparenza, della stima espressa dai loro nuovi proprietari e delle necessità che soddisfacevano.

    Come dichiarato nel trattato sul superfluo economico di Bonaventura da Bagnoregio, l’utilità non era un attributo economico assoluto, ma variava a seconda dell’identità di chi faceva uso dei beni, dei tempi, dei luoghi e della situazione economica generale.
    La porpora si addiceva ai cardinali e all’aristocrazia ma non agli artigiani o ai mercanti, il velluto cremisi era adatto a rappresentare l’onore di chi non aveva svolto alcun mestiere manuale da almeno trent’anni, ma era un lusso superfluo per chi apparteneva a famiglie di macellai, merciai od orefici.

    Utilizzare e riutilizzare le cose implicava l’esercizio di una capacità di scelta, stabilita per legge soprattutto dal Tre al Quattrocento, e richiedeva una competenza nel riconoscere l’utilità relativa delle cose che si maneggiavano.
    Era importante sia per sfuggire alle penali che punivano chi consumava quello che non avrebbe dovuto, sia per dimostrare di saper distinguere l’utile dall’inutile così da poter ricavare un profitto e appartenere a pieno titolo al proprio gruppo socio-professionale.

    Il discernimento dell’utile e dell’inutile aveva anche un significato sociale: era prescritto dalle norme suntuarie, insegnato dai testi di pedagogia mercantile ma anche imposto dal desiderio di partecipare, per esistere come cives e come esseri umani degni.

    Tutto questo è al centro dell’ultimo libro di Giacomo Todeschini, “Seconda Mano”. Lo trovate in tutte le librerie: bit.ly/SecondaManoSalerno

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  • Carlo Alberto ROSSI – GUBBIO – Set Piatti Da Appendere

    C.A. ROSSI GUBBIO Set Piatti Da Appendere – #ceramica

    Nato a Gubbio nel 1903, dopo aver lavorato presso la manifattura di Ingino Baffoni, “Lavori a Riverbero Mastro Giorgio Gubbio” apre nel 1932, insieme al fratello lo scultore e pittore Antonio Maria Rossi, un laboratorio ceramico, denominato “Rossi Ceramiche”, la cui produzione è costituita da ceramiche tradizionali eugubine arricchite da lustri metallici e vasellame ispirato alla produzione dei buccheri etruschi.
    Negli anni ’40/’50, dopo aver interrotto la collaborazione con il fratello si dedica alla realizzazione di alcuni lavori su disegno di Giò Ponti.
    Carlo Alberto Rossi muore nella sua città natale nel 1970.

    Link

    Buccheri Antonio Rossi

    Buccheri Antonio Rossi è un laboratorio di ceramiche a Gubbio, fondato negli anni ’30 dai fratelli Antonio Maria e Carlo Alberto.
    Per molti anni l’attività è stata gestita dal maestro ceramista e architetto Gaetano Rossi, figlio di Antonio, proseguendo la tradizione di famiglia della lavorazione del bucchero, un tipo di ceramica dalla caratteristica colorazione nera e dall’origine molto antica.
    La ricerca di nuovi equilibri e la purezza nelle forme caratterizzano da sempre l’attività di questa manifattura che, oltre ad aver realizzato negli anni ’50 modelli di Gio Ponti, vanta la presenza di opere esposte al museo della ceramica di Valencia in Spagna.
    Dopo la scomparsa del maestro Gaetano, la figlia Letizia Rossi prosegue l’attività gestendo il laboratorio e continuando la produzione dei pezzi: sculture e opere di design, ma anche lampade, piatti, ciotole e altri oggetti di arredo sono realizzati a mano secondo la tradizione artigianale.


  • Attilio Rinaldi – Classe 1899 – Impresa Agricola – Zola Predosa

    #Bisnonno Attilio


  • Serie di monete fior di conio del 1982

    Serie di monete fior di conio del 1982

    Link sulle monete commemorative


  • Il Secolo XX – Maggio 1924

    Il Secolo XX  di Maggio 1924

    […]Poiché del passato basta quel che nel presente appare. I nostri sotterranei e non svelati pensieri, neppur essi muoiono: nulla perisce: anche ciò che fu soltanto pensato e non espresso è materia, è sole, è aria che si trasforma. […]

    Francesco Flora


Annie Besant – Il Potere del Pensiero – Teosofia e Nuova Psicologia


Annie Besant – Il Potere del Pensiero – Teosofia e Nuova Psicologia

Vedi YOGA DI ANNIE BESANT


Yoga, Saggio di Psicologia Orientale – Annie Besant 1908


YogaAnnie Besant

Libri

Nel 1902 fondò la prima loggia dell’Ordine massonico misto internazionale Le Droit Humain in territorio inglese, a Londra, e molte delle successivei. Restò un alto esponente dell’Ordine per tutta la vita e nel corso degli anni istituì nuove logge in molte parti dell’impero britannico. Nel 1907 divenne presidente della Società teosofica, la cui sede centrale si trovava a Adyar, nella provincia del Chennai, e lo rimase fino alla sua morte.

S’impegnò attivamente a favore dell’autogoverno indiano con articoli, discorsi e attività educative e fu anche membro del partito del Congresso Nazionale Indiano. Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale aiutò a lanciare l’ “Indian Home Rule movement” nella sua campagna per la democrazia in India e per far ottenere all’India lo status di dominion all’interno dell’Impero, in pratica una forma di semi indipendenza. Questo fatto condusse, verso la fine del 1917, alla sua elezione come presidentessa del “Congresso”, dopo essere stata posta agli arresti domiciliari dal governo coloniale per un breve periodo.

Alla fine degli anni venti viaggiò negli Stati Uniti d’America assieme al suo protetto, nonché figlio adottivo Jiddu Krishnamurti, che sosteneva essere il nuovo Messia ed una nuova reincarnazione del Buddha: Krishnamurti però rigettò tali affermazioni nel 1929. Continuò a spendersi, sia nella campagna a favore dell’autodeterminazione e dell’indipendenza indiana, che per le cause della teosofia, fino alla sua morte avvenuta nel 1933.

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PITAGORA NEL CALCOLO, I CONTI FATTI, Tipografia di G. Pennaroli


PITAGORA NEL CALCOLO, I CONTI FATTI, Tipografia di G. Pennaroli

Pitagora nel Calcolo

Giudizio sul Libretto, dei Conti Fatti.

Il primo Professore contabile della Regia Università di Firenze, in una delle sue Conferenze agli Studenti di Algebra e Matematica parlò del Libro dei Conti Fatti, e lo giudicò il libro più giusto e più utile ad ogni sorta di persone, e disse che dovrebbe chiamarsi il Tesoro delle Famiglie perché giova agli interessi di tutti.

Pitagora nel.Calcolo



Santa Lucia – Santini e Preghiera


Santa Lucia

Santa Lucia

Retro Santini
Preghiera dal Libretto – 1903

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Radclyffe Hall – Il Pozzo della Solitudine – Modernissima Milano 1930


Radclyffe Hall

1°Edizione

Il pozzo della solitudine

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STORIA – Fjodor Dostojewskj – La Città dei Morti Ed.Minerva 1936


Fjodor Distojewskj


STORIA- Ricordo di Bologna – 20 Vedute



STORIA – Favolette e Strambotti – Luciano Folgore – Ed.Ceschina 1934 -MI


Favolette Strambotti

#poesie