STORIA – Cartolina Postale, soggetto floreale, dipinta a mano – 1915/18


Postcards 1915/1918

Cartoline Ritrattistiche Femminili 1857-1900


Cartoline Ritrattistiche Femminili 1857-1900

Collezionismo cartoliner itrattistiche femminili
www.tarabaralla.net

Vedi per un approfondimento:

Il lungo Ottocento e le sue immagini

Il lungo Ottocento

Cartoline di Studi fotografici di Bologna, Cremona, Fondo Alinari e Bernheim Wormser

vedi: Bernheim Wormser

Ritratto Alinari, Figura Femminile 1950-1900

vedi:Ritratto Alinari

Serie di Cartoline Postali, con soggetto floreale, dipinte a mano 1918-20


Cartoline Postali,

con soggetto floreale

dipinte a mano 1918-20

image

Rara cartolina postale augurale. Soggetto floreale dipinto a mano, con poesia.

30 Marzo 1918

La cartolina come strumento della diffusione dell’identità nazionale, leggi sotto

2014-12-07 11.29.32

Simona Rinaldi http://www.tarabaralla.net

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Simona Rinaldi http://www.simonarinaldi.net

2014-12-07 11.26.21
Simona Rinaldi http://www.simonarinaldi.net


Sulle Cartoline Postali

Strumento nuovissimo, la cartolina nasce come forma di corrispondenza intorno al 1870, grazie ad un professore di economia viennese, Emanuel Hermann, il quale, studiando l’efficienza del servizio postale austriaco, suggerì la possibilità di inviare messaggi più brevi e rapidi così da aumentare il traffico postale e, di conseguenza, anche i guadagni. La sua idea fu accolta positivamente, tanto che il 1° ottobre 1869 fu emessa la prima cartolina, ancora bianca sia sul fronte che sul retro.

Per quanto riguarda la cartolina illustrata, l’idea sembra invece da attribuire ad un cartolaio e libraio di nome Léon Besnardeau, residente nella piccola cittadina di Sillé-le-Guillaume (oggi poco più di 2.500 abitanti), nel Dipartimento della Sarthe, nel nord della Francia. Nel novembre del 1870, in occasione dello scoppio della guerra franco-prussiana, si accamparono nelle vicinanze di questa località 40.000 soldati della 1° armata di Bretagna, che in brevissimo tempo, per scrivere alle famiglie, esaurirono tutta la dotazione di carta e buste del paese. Il signor Besnardeau a quel punto tagliò in rettangoli di 6 cm per 9 cm le copertine avanzate dai quaderni usati per fornire carta da lettere ai soldati, e fece stampare sulla faccia destinata all’indirizzo immagini a soggetto militare (fucili, tamburi, cannoni), accompagnate da scritte di carattere patriottico. L’idea ebbe un enorme successo, tanto che, ancora oggi, a lui è intitolata la sala cinematografica del paese. Lentamente, l’innovazione si diffuse in tutti i paesi europei, giungendo in Italia nel 1874, mentre la cartolina illustrata giunse qualche tempo più tardi, con la produzione di soggetti paesaggistici e di altri dedicati alla famiglia reale. L’innovazione si rivelò un grande successo commerciale, decretato soprattutto dalla passione per il collezionismo di questi cartoncini che, sin dal loro primo apparire, divennero oggetto di collezione, e status simbol della classe borghese in rapida ascesa all’interno del nuovo stato: l’album delle cartoline, accuratamente raccolte e spesso accompagnate da annotazioni, faceva sempre bella mostra di sé nei salotti borghesi di fine secolo, e lo scambiarsi cartoline divenne quasi un obbligo non solo in caso di viaggi, ma anche per semplice piacere di comunicare (in un tempo in cui, comunque, non esistendo il telefono, con la cartolina si potevano sostituire semplici biglietti di informazioni ed appuntamenti). Lentamente, poi, da patrimonio di una cerchia piuttosto ristretta della borghesia, l’uso della cartolina illustrata incominciò a diffondersi, raggiungendo ogni ceto sociale. La passione collezionistica spinse poi, con tempestività, gli editori, a volte semplici cartolai di lungimiranti vedute, ad emettere serie di soggetti dedicati ad eventi mondani. La Casa Reale dominava nettamente i soggetti prescelti, con semplici ritratti, matrimoni, nascite, lutti o memorie storiche, ma sempre più numerosi divennero i soggetti dedicati alle manifestazioni celebrative, alle Esposizioni economiche e manifatturiere, alla storia lontana e vicina del paese, agli Eroi del passato recente e remoto, agli eventi di cronaca – celebri restano le serie dedicate al Terremoto di Messina del 1908 – e soprattutto al mondo militare: ogni Reggimento o Brigata, ogni Distretto militare o Legione di Carabinieri, faceva stampare serie di cartoline dedicate al proprio presente – città di stanza, luoghi delle esercitazioni militari, spedizioni di soccorso alle popolazioni cui si era partecipato… – ma anche al proprio passato: nascita del Reggimento, episodi bellici in cui ci si era distinti, comandanti eroici che ne avevano fatto parte… Un vero profluvio di cartoncini illustrati, che freneticamente viaggiavano lungo la penisola, spesso con messaggi molto espliciti “con preghiera di ricambiare…” o simili, proprio in virtù della smania collezionistica dilagante.

Per consultare l’intero Fondo delle Cartoline della Grande Guerra del Museo del Risorgimento, cliccare qui.
Per visionare il Fondo di Storia postale ‘Giorgio Tabarroni’, cliccare qui.

La cartolina come strumento della diffusione dell’identità nazionale | Cerchiamo ora di capire come questo nuovo strumento di comunicazione abbia potuto giocare un ruolo nella creazione dell’identità nazionale. Per esigenze di spazio presentiamo qui una scelta di soggetti necessariamente limitata. Nonostante questo, è semplicissimo individuare le linee-guida seguite dal Governo liberale nel tentativo di inoculare nella nuova nazione il senso di appartenenza al nuovo Stato. Questo sentimento, non certo innato nelle popolazioni italiane del tempo, per molta parte ancora confuse dagli eventi appena trascorsi, al contrario andava stimolato, fatto emergere, sino a farlo diventare parte del sentire comune della gente comune, di quella gente che ormai era sì legalmente parte di uno Stato diverso da quelli precedenti, ma che ancora non vi si riconosceva. Erano infatti ancora molto presenti le identificazioni nelle “piccole patrie”, nelle comunità locali, nelle comunità linguistiche, in quelle religiose, a volte nelle comunità politiche scomparse, il tutto a discapito dell’identificazione piena nel nuovo sistema. Questa fu la sfida dello Stato di fine Ottocento, sino al conflitto scoppiato nel 1915. E fu una sfida persa, perché viziata sin dall’inizio da un malcelato “sospetto”, da una latente diffidenza, presente nelle alte gerarchie dello Stato, nei confronti di quelle stesse genti che si volevano leali e “partecipative”, ma sempre alla debita distanza! In epoca di Destra Storica dunque il tentativo di “fare gli italiani” fu inficiato da caratteristiche troppo “alte”, trasmesso cioè con messaggi destinati esclusivamente ai singoli, alle individualità, o al massimo alle piccole comunità, a scolari meritevoli, a lavoratori valenti… Con l’avvento al potere della Sinistra Storica, nel 1876, le modalità di trasmissione della recente memoria storica divennero maggiormente attente alle popolazioni intese come “masse”, senza comunque abbandonare del tutto le ritualità precedentemente adottate. Questo forse perché la Sinistra Storica aveva nelle proprie file molti rappresentanti “popolari”, provenienti dai ranghi del volontarismo garibaldino, del mazzinianesimo, di idee genericamente democratiche, sensibili ai primi fermenti socialisti. Si trattava di un agglomerato vario e non omogeneo, ma sicuramente meno timoroso delle “masse popolari”, e soprattutto conscio della necessità del loro coinvolgimento, della necessità di fornire alla parte più umile ma più numerosa del popolo una identificazione profonda con lo Stato/Nazione, anche al fine di evitare eccessi e pericolose tendenze che già si erano presentati sulla scena europea e che ancora spaventavano non poco tutte le nazioni. Questo tentativo di rendere più vicino al popolo l’ideale di unità nazionale e di fare condividere a tutti la memoria dei recenti avvenimenti prese numerose e diverse strade. Una di queste fu appunto l’uso delle cartoline: elemento di comunicazione rapida, comprensibile anche agli scarsamente alfabetizzati, economico, divenne lo strumento forse più diffuso. I cartoncini a soggetto storico divennero comunissimi, anche se spesso la “memoria” trasmessa era una falsa memoria, più vicina alla leggenda che alla storia. Ma che importava? Ciò che contava era la trasmissione di “storie” a tutti note, assimilabili da tutti, grandi e piccoli, abitanti delle città o delle piccole comunità, uomini e donne… Troviamo esempi numerosi di ciò: cominciamo a vederne alcuni.

………segue al link

Fotografie all’Albumina – Cartolina Postale Gruppo di Anatomia


Cartolina Postale

fine 800 inizio 900? Gruppo al tavolo di anatomia

“Tutta la produzione artistica è il prodotto del lavoro dell’intera creatura vivente, corpo e anima, e principalmente dell’anima”

John Ruskin

CARTOLINA POSTALE – FOTO all’ALBUMINA

Retro delle Cartoline Postali
Sulla Cartolina Postale
dal seguente link:

 La popolarità della cartolina, inventata da H. Hermann nel 1869 è andata continuamente aumentando dal 1894. La cartolina fu introdotta per la prima volta in Austria nel 1868 e già nel 1900 era già molto diffusa.

Cartoline fotografiche presensibilizzate furono prodotte dall’industria fotografica in svariati processi, anche se la collotipia è stato il processo per eccellenza per la produzione fotomeccanica di cartoline.

Procedimento all’albumina

Utilizzato prevalentemente per la preparazione di lastre fotografiche negative su vetro.

Il procedimento, dovuto a Abel Niépce de Saint-Victor nel 1848, basa le sue caratteristiche su alcune proprietà dell’albumina, una sostanza proteica costituente fondamentale delle cellule e di altri tessuti vegetali. Per l’utilizzazione in fotografia viene estratta dal bianco d’uovo. Usata dapprima come mezzo per il mantenimento dei sali d’argento nella fabbricazione di negativi su lastra di vetro e poi nella fabbricazione di carta albuminata, secondo la tecnica inventata da Louis Desiré Blanquart-Evrard nel 1850.

Si ricopriva la carta con bianco d’uovo nel quale erano sciolti bromuro di potassio e acido acetico. Una volta asciutta la carta veniva agitata leggermente sulla superficie di una soluzione di nitrato d’argento, poi di nuovo asciugata. La carta sensibilizzata era messa a contatto con il negativo in un telaio di vetro, ed esposta alla luce del sole per diversi minuti, talvolta anche per ore, finché appariva un’immagine. Poi la stampa veniva messa in una soluzione di cloruro d’oro che le dava una sfumatura di un marrone intenso, fissata in iposolfito di sodio, lavata completamente e asciugata.

Fonte

 

Altri link utili:

Cartolina Postale per le Forze Armate – Biglietto Ferroviario Edmonson Piacenza Biana


CARTOLINA POSTALE e

BIGLIETTO FERROVIARIO EDMONSON

Collezione Personale

Tarabaralla

CARTOLINA POSTALE (non viaggiata) PER LE FORZE ARMATE

IL NEMICO VA COMBATTUTO

CON TUTTE LE ARMI.

RICORDA CHE è UN’ ARMA ANCHE IL

SEGRETO MILITARE.

Tarabaralla

1947 – Appunti sul retro della Cartolina Postale delle Forze Armate, riguardanti

la proprietà agricola del Sig. Vicinelli Otello

BIGLIETTO FERROVIARIO EDMONSON

Così chiamati in onore di quel ferroviere inglese che ebbe l’idea di sostituire ai primi ingombranti biglietti dei piccoli cartoncini sui quali cercò di inserire tutte le informazioni relative al viaggio dei passeggeri.

Il cartoncino vergine veniva personalizzato da ogni Azienda tramite stampigliatura di tutti i dati che i regolamenti richiedevano che fossero evidenziati:nome dell’Azienda ; stazione di origine e destinazione ;costo ;tipo di classe ; tipo di biglietto ( ordinario, settimanale ,mensile ,….).Per gli abbonamenti era da inserire il n° della tessera.

l biglietto a cartoncino Edmonson dal formato standard 3 x 5,6 ha rappresentato fin dalle origini delle Ferrovie l’emblema stesso del viaggio ferroviario .Era conosciuto e diffusissimo perchè semplice,chiaro ,piccolo ,non sgualcibile e di facile conservazione. Era fornito alle stazioni di vendita prestampato e l’unica incombenza richiesta era quella di imprimere a secco la data di emissione tramite gli appositi datari che si trovavano negli sportelli delle biglietterie e di facilissimo utilizzo. Il foro centrale, almeno nella versione Ferrovie Nord , serviva per l’infilaggio della corda che raccoglieva un certo numero di biglietti e che veniva piombata ai capi prima dell’inoltro alle stazioni richiedenti. La sempre maggiore diffusione dell’uso del trasporto ferroviario ha causato,come contrappunto, il superamento dell’uso di tale biglietto.  Lo stesso richiedeva un notevole dispendio di lavoro a monte, non solo di tipo tecnico ma anche di tipo amministrativo.

Questo si verificava soprattutto in Aziende con notevole numero di stazioni e notevole varietà di tipi di recapiti. Ogni stazione richiedeva di disporre prestampati quasi la totalità di quelli richiesti dai viaggiatori per destinazione e per tipo di biglietto.

I biglietti Edmonson sono scomparsi improvvisamente dalla rete FS nel giugno 1995, quando venne sancito l’obbligo di obliterare ogni biglietto. Il loro cartoncino di elevato spessore non passava nelle obliteratrici e ne venne pertanto sospesa la vendita.
Parecchi armadi Edmonson vennero riconvertiti per ospitare i nuovi biglietti a fasce kilometriche.

Fronte  – Biglietto Ferroviario Edmonson con foro centrale

PIACENZA – BIANA

L.180

Otello Vicinelli

Collezione Personale

La ferrovia Piacenza–Bettola era una ferrovia in concessione a trazione elettrica alimentata a 3000 V cc a binario unico a scartamento normale che collegavaPiacenza con Bettola, percorrendo la bassa Val Nure.

La linea fu inaugurata nel 1932, in sostituzione di una precedente tranviainterurbana a vapore. Simbolo e maggiore opera d’arte della ferrovie era il ponte in curva sul torrente Nure realizzato presso Ponte dell’Olio.

La ferrovia fu soppressa nel 1967, a causa della crescita del traffico automobilistico. Fra Ponte dell’Olio e Bettola la sede è stata riutilizzata per creare il nuovo tracciato della strada statale 654.

Sulla ferrovia la SIFT mise in servizio delle elettromotrici, classificate M 51–54, e delle locomotive elettriche.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Piacenza-Bettola


RETRO FERROVIARIO

timbro con firma Vicinelli Otello

Link utili in riferimento al testo

http://trenoregionale.altervista.org/biglietti_edmonson.html

http://www.miol.it/stagniweb/edm00.htm

http://www.museomils.it/index.php?it/96/collezioni/143/biglietto-edmonson-ridotto

Cartolina Postale di Stato 1937 – XV anno – Preaffrancata 30 cent


Cartolina Postale di Stato 1937 – XV anno – Preaffrancata 30 cent

147×105

Monte San Pietro, Bologna

 

Fronte

Affrancata 30 cent. Ferrovie isolato e annullo meccanico PUBBLICITARIO della 

LOTTERIA AUTOMOBILISTICA DI TRIPOLI

 

Retro 

Alcuni Cenni di Storia della Cartolina Postale di Stato estratti dal seguente sito:

http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_htm/cartoline_postali.htm

La cartolina postale (dal regolamento postale definita “cartolina per corrispondenza”) venne introdotta in Italia il 1 Gennaio 1874 dopo che da alcuni anni era in uso all’estero. Inizialmente per le norme U.P.U. solo quelle emesse dalle amministrazioni statali potevano fregiarsi di tale appellativo.

Ufficialmente nacque in Austria-Ungheria, emessa dall’Amministrazione postale di quel paese il 1° Dicembre 1869 (o il 1° Ottobre 1869?) come cartoncino postale a tariffa ridotta (il peso ridotto ne faceva una mezza lettera che giustamente richiedeva meno affrancatura).

In verità già da tempo nelle aziende e presso gli uffici che necessitavano di molti contatti epistolari erano in uso per economia e praticità dei cartoncini prestampati da completare e spedire senza busta (affrancati come lettere).

Tale pratica era una semplificazione sia per il mittente che per il destinatario nelle operazioni di scrittura, controllo e di archiviazione.

L’innovazione a tariffa ridotta ebbe quindi un immediato successo, seguìto dai principali paesi del mondo (è da sottolineare, e ripetere, che la facilitazione a tariffa ridotta riguardava solo l’oggetto cartolina emessa dallo stato, non si poteva perciò applicare ai cartoncini di emissione privata, che invece erano da affrancare come lettera).

Al suo esordio in Italia la Cartolina Postale emessa dall’amministrazione postale era di formato ridotto, aveva impressa una immagine di Re Vittorio Emanuele II°, con il valore postale dell’oggetto impresso sulla cartolina. Per regolamento, da allora, sulle cartoline del Regno fu sempre impressa l’immagine reale. L’impronta con il ritratto Reale era stata scelta per evitare falsificazioni, inoltre era di un colore inedito che non assomigliava a nessun francobollo per evitare ritagli da incollare sulle buste.

La cartolina era divisa burocraticamente in un recto o fronte ad uso della posta con l’indirizzo del destinatario (lato su cui era stampata l’immagine o il valore postale) e da un verso o retroad uso del mittente per gli scritti. Era stato specificato dalla normativa che poteva essere scritta a matita o a penna con colori a piacimento, che era esonerata dall’obbligo di firma e poteva essere raccomandata.

Dimensioni

 

La normativa delle cartoline per corrispondenza venne mutata nel tempo con continui aggiustamenti; per esempio si mutarono anche le misure, nel regolamento postale del 1908 troviamo che le cartoline prodotte dall’industria privata non devono essere superiori a quelle dell’amministrazione postale che erano di: mm 140 X 90, peso massimo grammi 5, né essere inferiori ai mm 100 X 70 (le cartoline postali “piccole” da Cent 5 dell’89 per il distretto erano state emesse di mm 110 X 70).

Questo formato venne mantenuto per molti anni in tutte le emissioni delle cartoline postali (comprese le cartoline in franchigia militare della guerra “15 – 18).

Nella lunga storia delle cartoline postali si ebbero parecchie variazioni nel disegno degli stemmi stampati sul fronte dal lato indirizzo, nella prima emissione lo stemma era molto semplice, il solo scudo crociato dei Savoia. Successivamente divenne imbandierato e con ghirlande di quercia ed alloro, poi acquisì il Collare dell’Annunciata, poi perse le bandiere, per finire abbinato allo stemma fascista e successivamente fuso con i fasci.

Le misure cambiarono il 1° Luglio 1931 con l’emissione della serie di quattro cartoline di uguale valore con immagini diverse, stampate sul lato indirizzo, celebranti l’inaugurazione della nuova stazione ferroviaria di Milano; il nuovo formato di mm 150 X 105 fu poi mantenuto (millimetro più millimetro meno) fino alla fine del periodo di nostro interesse. In questa ultima serie l’impronta di valore applicata era la nuova effige del Re da 30 cent della serie”Imperiale”, con la stessa dimensione del francobollo di mm 17 X 21. Successivamente sulle cartoline ne fu aumentata la dimensione a mm 19,5 X 24,5 per evitare che venisse ritagliato e usato in affrancatura come ricupero, (cosa che avvenne ugualmente nonostante fosse vietato).

Ulteriori informazioni sul collezionismo e storia postale al seguente link:

http://www.storiapostale.org

Cartolina Illustrata Buona Pasqua – 1939 REGNO POSTA MILITARE 10 CENT


 Retro Cartolina Postale
D.o -C.p

Francobollo:

1939 REGNO POSTA MILITARE 10 CENT
Cartolina Illustrata e francobollo: vedi link sulla storia della Posta Militare Italiana 1939-45

Sul servizio Postale Militare Italiano
http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_htm/posta_militare.htm

Sul Listino e Storia Francobolli Regno vedi:
http://www.vaccari.it/filatelia/pn/index.php?_z=reg

Villa Theodoli-Braschi


Cartolina scritta e firmata dalla Marchesa Theodoli-Braschi
indirizzata alla Nobile Sig.ra Maria Valieri
nella quale la Marchesa invita la Signora per un te pomeridiano
presso il Palazzo, in occosione del suo venticinquesimo anno di Matrimonio
1929 – 13 Marzo
Affrancata con un francobollo seppia della serie imperiale 1929 delle Poste Italiane da 30 c.
Collezione Personale