Categoria: Cartoline Postali
CARTOLINE POSTALI 1902-1914 – SPERANZA
Cartoline Ritrattistiche Femminili 1857-1900
Cartoline Ritrattistiche Femminili 1857-1900
Vedi per un approfondimento:
Il lungo Ottocento e le sue immagini
Cartoline di Studi fotografici di Bologna, Cremona, Fondo Alinari e Bernheim Wormser
vedi: Bernheim Wormser
Ritratto Alinari, Figura Femminile 1950-1900
vedi:Ritratto Alinari
Serie di Cartoline Postali, con soggetto floreale, dipinte a mano 1918-20
Cartoline Postali,
con soggetto floreale
dipinte a mano 1918-20
Rara cartolina postale augurale. Soggetto floreale dipinto a mano, con poesia.
30 Marzo 1918
Simona Rinaldi http://www.tarabaralla.net
Sulle Cartoline Postali
Strumento nuovissimo, la cartolina nasce come forma di corrispondenza intorno al 1870, grazie ad un professore di economia viennese, Emanuel Hermann, il quale, studiando l’efficienza del servizio postale austriaco, suggerì la possibilità di inviare messaggi più brevi e rapidi così da aumentare il traffico postale e, di conseguenza, anche i guadagni. La sua idea fu accolta positivamente, tanto che il 1° ottobre 1869 fu emessa la prima cartolina, ancora bianca sia sul fronte che sul retro.
Per quanto riguarda la cartolina illustrata, l’idea sembra invece da attribuire ad un cartolaio e libraio di nome Léon Besnardeau, residente nella piccola cittadina di Sillé-le-Guillaume (oggi poco più di 2.500 abitanti), nel Dipartimento della Sarthe, nel nord della Francia. Nel novembre del 1870, in occasione dello scoppio della guerra franco-prussiana, si accamparono nelle vicinanze di questa località 40.000 soldati della 1° armata di Bretagna, che in brevissimo tempo, per scrivere alle famiglie, esaurirono tutta la dotazione di carta e buste del paese. Il signor Besnardeau a quel punto tagliò in rettangoli di 6 cm per 9 cm le copertine avanzate dai quaderni usati per fornire carta da lettere ai soldati, e fece stampare sulla faccia destinata all’indirizzo immagini a soggetto militare (fucili, tamburi, cannoni), accompagnate da scritte di carattere patriottico. L’idea ebbe un enorme successo, tanto che, ancora oggi, a lui è intitolata la sala cinematografica del paese. Lentamente, l’innovazione si diffuse in tutti i paesi europei, giungendo in Italia nel 1874, mentre la cartolina illustrata giunse qualche tempo più tardi, con la produzione di soggetti paesaggistici e di altri dedicati alla famiglia reale. L’innovazione si rivelò un grande successo commerciale, decretato soprattutto dalla passione per il collezionismo di questi cartoncini che, sin dal loro primo apparire, divennero oggetto di collezione, e status simbol della classe borghese in rapida ascesa all’interno del nuovo stato: l’album delle cartoline, accuratamente raccolte e spesso accompagnate da annotazioni, faceva sempre bella mostra di sé nei salotti borghesi di fine secolo, e lo scambiarsi cartoline divenne quasi un obbligo non solo in caso di viaggi, ma anche per semplice piacere di comunicare (in un tempo in cui, comunque, non esistendo il telefono, con la cartolina si potevano sostituire semplici biglietti di informazioni ed appuntamenti). Lentamente, poi, da patrimonio di una cerchia piuttosto ristretta della borghesia, l’uso della cartolina illustrata incominciò a diffondersi, raggiungendo ogni ceto sociale. La passione collezionistica spinse poi, con tempestività, gli editori, a volte semplici cartolai di lungimiranti vedute, ad emettere serie di soggetti dedicati ad eventi mondani. La Casa Reale dominava nettamente i soggetti prescelti, con semplici ritratti, matrimoni, nascite, lutti o memorie storiche, ma sempre più numerosi divennero i soggetti dedicati alle manifestazioni celebrative, alle Esposizioni economiche e manifatturiere, alla storia lontana e vicina del paese, agli Eroi del passato recente e remoto, agli eventi di cronaca – celebri restano le serie dedicate al Terremoto di Messina del 1908 – e soprattutto al mondo militare: ogni Reggimento o Brigata, ogni Distretto militare o Legione di Carabinieri, faceva stampare serie di cartoline dedicate al proprio presente – città di stanza, luoghi delle esercitazioni militari, spedizioni di soccorso alle popolazioni cui si era partecipato… – ma anche al proprio passato: nascita del Reggimento, episodi bellici in cui ci si era distinti, comandanti eroici che ne avevano fatto parte… Un vero profluvio di cartoncini illustrati, che freneticamente viaggiavano lungo la penisola, spesso con messaggi molto espliciti “con preghiera di ricambiare…” o simili, proprio in virtù della smania collezionistica dilagante.
Per consultare l’intero Fondo delle Cartoline della Grande Guerra del Museo del Risorgimento, cliccare qui.
Per visionare il Fondo di Storia postale ‘Giorgio Tabarroni’, cliccare qui.La cartolina come strumento della diffusione dell’identità nazionale | Cerchiamo ora di capire come questo nuovo strumento di comunicazione abbia potuto giocare un ruolo nella creazione dell’identità nazionale. Per esigenze di spazio presentiamo qui una scelta di soggetti necessariamente limitata. Nonostante questo, è semplicissimo individuare le linee-guida seguite dal Governo liberale nel tentativo di inoculare nella nuova nazione il senso di appartenenza al nuovo Stato. Questo sentimento, non certo innato nelle popolazioni italiane del tempo, per molta parte ancora confuse dagli eventi appena trascorsi, al contrario andava stimolato, fatto emergere, sino a farlo diventare parte del sentire comune della gente comune, di quella gente che ormai era sì legalmente parte di uno Stato diverso da quelli precedenti, ma che ancora non vi si riconosceva. Erano infatti ancora molto presenti le identificazioni nelle “piccole patrie”, nelle comunità locali, nelle comunità linguistiche, in quelle religiose, a volte nelle comunità politiche scomparse, il tutto a discapito dell’identificazione piena nel nuovo sistema. Questa fu la sfida dello Stato di fine Ottocento, sino al conflitto scoppiato nel 1915. E fu una sfida persa, perché viziata sin dall’inizio da un malcelato “sospetto”, da una latente diffidenza, presente nelle alte gerarchie dello Stato, nei confronti di quelle stesse genti che si volevano leali e “partecipative”, ma sempre alla debita distanza! In epoca di Destra Storica dunque il tentativo di “fare gli italiani” fu inficiato da caratteristiche troppo “alte”, trasmesso cioè con messaggi destinati esclusivamente ai singoli, alle individualità, o al massimo alle piccole comunità, a scolari meritevoli, a lavoratori valenti… Con l’avvento al potere della Sinistra Storica, nel 1876, le modalità di trasmissione della recente memoria storica divennero maggiormente attente alle popolazioni intese come “masse”, senza comunque abbandonare del tutto le ritualità precedentemente adottate. Questo forse perché la Sinistra Storica aveva nelle proprie file molti rappresentanti “popolari”, provenienti dai ranghi del volontarismo garibaldino, del mazzinianesimo, di idee genericamente democratiche, sensibili ai primi fermenti socialisti. Si trattava di un agglomerato vario e non omogeneo, ma sicuramente meno timoroso delle “masse popolari”, e soprattutto conscio della necessità del loro coinvolgimento, della necessità di fornire alla parte più umile ma più numerosa del popolo una identificazione profonda con lo Stato/Nazione, anche al fine di evitare eccessi e pericolose tendenze che già si erano presentati sulla scena europea e che ancora spaventavano non poco tutte le nazioni. Questo tentativo di rendere più vicino al popolo l’ideale di unità nazionale e di fare condividere a tutti la memoria dei recenti avvenimenti prese numerose e diverse strade. Una di queste fu appunto l’uso delle cartoline: elemento di comunicazione rapida, comprensibile anche agli scarsamente alfabetizzati, economico, divenne lo strumento forse più diffuso. I cartoncini a soggetto storico divennero comunissimi, anche se spesso la “memoria” trasmessa era una falsa memoria, più vicina alla leggenda che alla storia. Ma che importava? Ciò che contava era la trasmissione di “storie” a tutti note, assimilabili da tutti, grandi e piccoli, abitanti delle città o delle piccole comunità, uomini e donne… Troviamo esempi numerosi di ciò: cominciamo a vederne alcuni.
………segue al link
Fotografie all’Albumina – Cartolina Postale Gruppo di Anatomia
Cartolina Postale
fine 800 inizio 900? Gruppo al tavolo di anatomia
“Tutta la produzione artistica è il prodotto del lavoro dell’intera creatura vivente, corpo e anima, e principalmente dell’anima”
John Ruskin
CARTOLINA POSTALE – FOTO all’ALBUMINA
La popolarità della cartolina, inventata da H. Hermann nel 1869 è andata continuamente aumentando dal 1894. La cartolina fu introdotta per la prima volta in Austria nel 1868 e già nel 1900 era già molto diffusa.
Cartoline fotografiche presensibilizzate furono prodotte dall’industria fotografica in svariati processi, anche se la collotipia è stato il processo per eccellenza per la produzione fotomeccanica di cartoline.
Procedimento all’albumina
Utilizzato prevalentemente per la preparazione di lastre fotografiche negative su vetro.
Il procedimento, dovuto a Abel Niépce de Saint-Victor nel 1848, basa le sue caratteristiche su alcune proprietà dell’albumina, una sostanza proteica costituente fondamentale delle cellule e di altri tessuti vegetali. Per l’utilizzazione in fotografia viene estratta dal bianco d’uovo. Usata dapprima come mezzo per il mantenimento dei sali d’argento nella fabbricazione di negativi su lastra di vetro e poi nella fabbricazione di carta albuminata, secondo la tecnica inventata da Louis Desiré Blanquart-Evrard nel 1850.
Si ricopriva la carta con bianco d’uovo nel quale erano sciolti bromuro di potassio e acido acetico. Una volta asciutta la carta veniva agitata leggermente sulla superficie di una soluzione di nitrato d’argento, poi di nuovo asciugata. La carta sensibilizzata era messa a contatto con il negativo in un telaio di vetro, ed esposta alla luce del sole per diversi minuti, talvolta anche per ore, finché appariva un’immagine. Poi la stampa veniva messa in una soluzione di cloruro d’oro che le dava una sfumatura di un marrone intenso, fissata in iposolfito di sodio, lavata completamente e asciugata.
Altri link utili:
Cartolina Postale per le Forze Armate – Biglietto Ferroviario Edmonson Piacenza Biana
CARTOLINA POSTALE e
BIGLIETTO FERROVIARIO EDMONSON
Collezione Personale
CARTOLINA POSTALE (non viaggiata) PER LE FORZE ARMATE
IL NEMICO VA COMBATTUTO
CON TUTTE LE ARMI.
RICORDA CHE è UN’ ARMA ANCHE IL
SEGRETO MILITARE.
1947 – Appunti sul retro della Cartolina Postale delle Forze Armate, riguardanti
la proprietà agricola del Sig. Vicinelli Otello
BIGLIETTO FERROVIARIO EDMONSON
Così chiamati in onore di quel ferroviere inglese che ebbe l’idea di sostituire ai primi ingombranti biglietti dei piccoli cartoncini sui quali cercò di inserire tutte le informazioni relative al viaggio dei passeggeri.
Il cartoncino vergine veniva personalizzato da ogni Azienda tramite stampigliatura di tutti i dati che i regolamenti richiedevano che fossero evidenziati:nome dell’Azienda ; stazione di origine e destinazione ;costo ;tipo di classe ; tipo di biglietto ( ordinario, settimanale ,mensile ,….).Per gli abbonamenti era da inserire il n° della tessera.
l biglietto a cartoncino Edmonson dal formato standard 3 x 5,6 ha rappresentato fin dalle origini delle Ferrovie l’emblema stesso del viaggio ferroviario .Era conosciuto e diffusissimo perchè semplice,chiaro ,piccolo ,non sgualcibile e di facile conservazione. Era fornito alle stazioni di vendita prestampato e l’unica incombenza richiesta era quella di imprimere a secco la data di emissione tramite gli appositi datari che si trovavano negli sportelli delle biglietterie e di facilissimo utilizzo. Il foro centrale, almeno nella versione Ferrovie Nord , serviva per l’infilaggio della corda che raccoglieva un certo numero di biglietti e che veniva piombata ai capi prima dell’inoltro alle stazioni richiedenti. La sempre maggiore diffusione dell’uso del trasporto ferroviario ha causato,come contrappunto, il superamento dell’uso di tale biglietto. Lo stesso richiedeva un notevole dispendio di lavoro a monte, non solo di tipo tecnico ma anche di tipo amministrativo.
Questo si verificava soprattutto in Aziende con notevole numero di stazioni e notevole varietà di tipi di recapiti. Ogni stazione richiedeva di disporre prestampati quasi la totalità di quelli richiesti dai viaggiatori per destinazione e per tipo di biglietto.
I biglietti Edmonson sono scomparsi improvvisamente dalla rete FS nel giugno 1995, quando venne sancito l’obbligo di obliterare ogni biglietto. Il loro cartoncino di elevato spessore non passava nelle obliteratrici e ne venne pertanto sospesa la vendita.
Parecchi armadi Edmonson vennero riconvertiti per ospitare i nuovi biglietti a fasce kilometriche.
Fronte – Biglietto Ferroviario Edmonson con foro centrale
PIACENZA – BIANA
L.180
Otello Vicinelli
Collezione Personale
La ferrovia Piacenza–Bettola era una ferrovia in concessione a trazione elettrica alimentata a 3000 V cc a binario unico a scartamento normale che collegavaPiacenza con Bettola, percorrendo la bassa Val Nure.
La linea fu inaugurata nel 1932, in sostituzione di una precedente tranviainterurbana a vapore. Simbolo e maggiore opera d’arte della ferrovie era il ponte in curva sul torrente Nure realizzato presso Ponte dell’Olio.
La ferrovia fu soppressa nel 1967, a causa della crescita del traffico automobilistico. Fra Ponte dell’Olio e Bettola la sede è stata riutilizzata per creare il nuovo tracciato della strada statale 654.
Sulla ferrovia la SIFT mise in servizio delle elettromotrici, classificate M 51–54, e delle locomotive elettriche.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Piacenza-Bettola
RETRO FERROVIARIO
timbro con firma Vicinelli Otello
Link utili in riferimento al testo
http://trenoregionale.altervista.org/biglietti_edmonson.html
http://www.miol.it/stagniweb/edm00.htm
http://www.museomils.it/index.php?it/96/collezioni/143/biglietto-edmonson-ridotto
Cartolina Postale di Stato 1937 – XV anno – Preaffrancata 30 cent
Cartolina Postale di Stato 1937 – XV anno – Preaffrancata 30 cent
147×105
Monte San Pietro, Bologna
Fronte
Affrancata 30 cent. Ferrovie isolato e annullo meccanico PUBBLICITARIO della
LOTTERIA AUTOMOBILISTICA DI TRIPOLI
Retro
Alcuni Cenni di Storia della Cartolina Postale di Stato estratti dal seguente sito:
http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_htm/cartoline_postali.htm
La cartolina postale (dal regolamento postale definita “cartolina per corrispondenza”) venne introdotta in Italia il 1 Gennaio 1874 dopo che da alcuni anni era in uso all’estero. Inizialmente per le norme U.P.U. solo quelle emesse dalle amministrazioni statali potevano fregiarsi di tale appellativo.
Ufficialmente nacque in Austria-Ungheria, emessa dall’Amministrazione postale di quel paese il 1° Dicembre 1869 (o il 1° Ottobre 1869?) come cartoncino postale a tariffa ridotta (il peso ridotto ne faceva una mezza lettera che giustamente richiedeva meno affrancatura).
In verità già da tempo nelle aziende e presso gli uffici che necessitavano di molti contatti epistolari erano in uso per economia e praticità dei cartoncini prestampati da completare e spedire senza busta (affrancati come lettere).
Tale pratica era una semplificazione sia per il mittente che per il destinatario nelle operazioni di scrittura, controllo e di archiviazione.
L’innovazione a tariffa ridotta ebbe quindi un immediato successo, seguìto dai principali paesi del mondo (è da sottolineare, e ripetere, che la facilitazione a tariffa ridotta riguardava solo l’oggetto cartolina emessa dallo stato, non si poteva perciò applicare ai cartoncini di emissione privata, che invece erano da affrancare come lettera).
Al suo esordio in Italia la Cartolina Postale emessa dall’amministrazione postale era di formato ridotto, aveva impressa una immagine di Re Vittorio Emanuele II°, con il valore postale dell’oggetto impresso sulla cartolina. Per regolamento, da allora, sulle cartoline del Regno fu sempre impressa l’immagine reale. L’impronta con il ritratto Reale era stata scelta per evitare falsificazioni, inoltre era di un colore inedito che non assomigliava a nessun francobollo per evitare ritagli da incollare sulle buste.
La cartolina era divisa burocraticamente in un recto o fronte ad uso della posta con l’indirizzo del destinatario (lato su cui era stampata l’immagine o il valore postale) e da un verso o retroad uso del mittente per gli scritti. Era stato specificato dalla normativa che poteva essere scritta a matita o a penna con colori a piacimento, che era esonerata dall’obbligo di firma e poteva essere raccomandata.
Dimensioni
La normativa delle cartoline per corrispondenza venne mutata nel tempo con continui aggiustamenti; per esempio si mutarono anche le misure, nel regolamento postale del 1908 troviamo che le cartoline prodotte dall’industria privata non devono essere superiori a quelle dell’amministrazione postale che erano di: mm 140 X 90, peso massimo grammi 5, né essere inferiori ai mm 100 X 70 (le cartoline postali “piccole” da Cent 5 dell’89 per il distretto erano state emesse di mm 110 X 70).
Questo formato venne mantenuto per molti anni in tutte le emissioni delle cartoline postali (comprese le cartoline in franchigia militare della guerra “15 – 18).
Nella lunga storia delle cartoline postali si ebbero parecchie variazioni nel disegno degli stemmi stampati sul fronte dal lato indirizzo, nella prima emissione lo stemma era molto semplice, il solo scudo crociato dei Savoia. Successivamente divenne imbandierato e con ghirlande di quercia ed alloro, poi acquisì il Collare dell’Annunciata, poi perse le bandiere, per finire abbinato allo stemma fascista e successivamente fuso con i fasci.
Le misure cambiarono il 1° Luglio 1931 con l’emissione della serie di quattro cartoline di uguale valore con immagini diverse, stampate sul lato indirizzo, celebranti l’inaugurazione della nuova stazione ferroviaria di Milano; il nuovo formato di mm 150 X 105 fu poi mantenuto (millimetro più millimetro meno) fino alla fine del periodo di nostro interesse. In questa ultima serie l’impronta di valore applicata era la nuova effige del Re da 30 cent della serie”Imperiale”, con la stessa dimensione del francobollo di mm 17 X 21. Successivamente sulle cartoline ne fu aumentata la dimensione a mm 19,5 X 24,5 per evitare che venisse ritagliato e usato in affrancatura come ricupero, (cosa che avvenne ugualmente nonostante fosse vietato).
Ulteriori informazioni sul collezionismo e storia postale al seguente link:
Cartolina Illustrata Buona Pasqua – 1939 REGNO POSTA MILITARE 10 CENT
http://www.postaesocieta.it/magazzino_totale/pagine_htm/posta_militare.htm
Sul Listino e Storia Francobolli Regno vedi:
http://www.vaccari.it/filatelia/pn/index.php?_z=reg