IL RESTO DEL CARLINO – ANNO I N.1 – 20 Marzo 1885


Il Resto del Carlino

Primo numero 20 Marzo 1885

http://www.modernariatoarte.com/il-resto-del-carlino-numero-1.html

Il Resto del Carlino

Illustratore

Adolfo Hohenstein (1854-1928)



Nasce “Il Resto del Carlino”

Il 21 marzo esce il primo numero del “Resto del Carlino”, giornale fondato con 400 lire da un gruppo di giovani laureati in legge di idee liberali: Cesare Chiusoli, Alberto Carboni, Giulio Padovani e Francesco Tonolla, “i quattro moschettieri”. Viene stampato in formato “notarile” (19×29 cm) nella tipografia Azzoguidi, presso palazzo Barbazzi, in via Garibaldi n. 3. Costa due centesimi, il resto della moneta di rame da dieci centesimi (detta “carlein”) necessaria per l’acquisto di un sigaro toscano. “Dare il resto del carlino” è anche in gergo promettere il seguito di una punizione o di un rimprovero, quindi per estensione strigliare, sferzare. Il nuovo foglio, pensato come giornale “di concetto” più che di informazione, vuole essere un pezzo di pane quotidiano “a prezzo minimo”, una sorta di concentrato Liebig applicato al giornalismo. Nei primi tempi il “Carlino” appoggia l’Associazione democratica bolognese e i socialisti dell’avv. Giuseppe Barbanti Brodano. In seguito abbandona le posizioni radicali e aderisce alla svolta liberale filo-crispina. Il successo delle vendite ne renderà presto difficile la gestione amministrativa: nel 1886 i fondatori cederanno le proprie quote a Amilcare Zamorani. Dal 1889 avrà una propria tipografia, primo tra i giornali bolognesi.

Fonti:

Biblioteca SalaBorsa

Storia e Memoria di Bologna


Ceramiche Art Deco – Le figure femminili


Art Deco

Settembre – Spitalfields Market – Londra
Statuina con coppia di figure femminili, provenienti da un bordello tedesco degli anni 20\30
del secolo scorso.
Manca il parasole, ma non l’eleganza formale e cromatica
di queste due splendide e delicate dame dal gusto deco.
sedute e raccolte in un tenero momento di intimità.
Altro raro esempio di stile Belle Epoque, a sottolineare quanto l’influenza dello stile 
dell’Art Nouveau e di tutte le sue interpretazioni nei luoghi e nel tempo
abbiano influenzato questo periodo in tutte le dimensioni delle arti applicate.
Gusto ed Estetica, ricercatezza, stile, leggerezza, armonia e delicatezza.
Link:
Ceramiche Art Deco link:
Video Femmine Folli e Polvere d’acciaio – Istituto Luce
http://webtv.cubovision.it/video/intrattenimento/cinecitta_luce/doc/dv-50227631.html

Jugen n.28 1902


Jugend, voce nel neonato movimento estetico e letterario dello Jugendstil.
“Jugend” (1896-1922)
Periodo fondato da Georg Hirth nel 1886

Collezione Personale

Maggiori dettagli e approfondimenti nei seguenti link:
Sul mobile all’interno del periodo dell’Art Nouveau in tutte le sue varianti 
culturali ed espressive dei vari stati:

Ars et Labor – Aprile 1907


ARS ET LABOR

Splendida copertina con illustrazione Liberty di Malerba
GIAN EMILIO MALERBA
(Milano 1880 – 1926)
Frequentò l’Accademia di Brera come allievo di Giuseppe Mentessi e Cesare Tallone. A Brera fu spinto dal padre che faceva l’antiquario e che apprezzò le sue innate doti artistiche.
Fu noto più come pittore che come cartellonista e in questa attività non raggiunse livelli elevati di innovazione iconografica per la sua irrisolta propensione pittorica, che gli fece raggiungere solo raramente una efficace e sintetica carica comunicativa. Si accostò a Dudovich prendendolo ad esempio, e realizzò alcuni frontespizi illustrativi senza mordente e senza carisma comunicativo.
Come già accennato nella produzione di Villa, nei cartelloni di Malerba coesistono, talvolta fastidiosamente, restaggi realistici e chiaroscurali insieme a semplificazioni grafiche come ad esempio nei suoi manifesti per le biciclette Stucchi del 1902/03. Sempre per biciclette realizzò manifesti per la Marca Milano che risente del’austera iconografia e dell’esempio della cartamoneta, come è stato osservato da L.Scardino (Due Ruote, Cento Manifesti, 1985). Annoveriamo anche altri suoi manifesti noti quali “Birra San Marco – Venezia” , “Zolfi Poggi & Astengo”, “Il Nuovo Giornale”, “Circuit Aèrien” , “Amaro Felsina Ramazzotti”, “Adler Cycles – Ivrea”.
Ideò e Strutturò inoltre tre manifesti per Mele fra cui tutti ricorderanno quello raffigurante due nobildonne con un levriero e che lo distingueranno dalle sue consuete produzioni semplici e poco innovative.
Nel 1922 fu uno dei fondatori del gruppo Novecento, appoggiato da Margherita Sarfatti, ed in tale cerchia novecentista si esprimerà come mediocre pittore. I suoi dipinti verranno ricordati per le rappresentazioni di ambienti borghesi con moderni tagli fotografici ed un linguaggio iperrealista. Gli stampatori che lo accreditarono furono Ricordi, Chappuis, Armanino, Valcarenghi e la Tipografia Anonima Affissioni.
ARS ET LABOR
Rivista mensile Illustrata di Giulio Ricordi inaugura nel 1906, in occasione dell’Esposizione internazionale del Sempione
Per maggiori informazioni e riferimenti visitate il sito:
Collezione Personale

The Studio, London, Art Nouveau, Rivista di Arti Applicate, Arts&Crafts


The Studio, London, #ArtNouveau, Rivista di #ArtiApplicate

 

The Studio
An Illustrated Magazine of Fine & Applied Art

#THESTUDIO

The Studio fu uno dei più longevi periodici dedicati all’Art Nouveau, con un attenzione particolare alle Arti Applicate e all’Architettura, nonchè alle Esposizioni Universali.
Primo numero Aprile 1893, copertina A. Beardslay

Dalla mia Collezione Privata

(Vedi altri periodici nella mia collezione)

 

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Serie di numeri di The Studio

 

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IV di copertina, numero Gen. ’98

 

Vedi Arts & Crafts 

 

 

 

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