IL BACO DA SETA – R. GRANDORI 1936 – Agricoltura


IL BACO DA SETA – R. GRANDORI 1936

Ramo Editoriale Degli Agricoltori – Roma

Biblioteca Per L’insegnamento Agrario Professionale

1936

Il Baco da Seta 1936 Copertina e IV
Il Baco da Seta – 1936

Dal seguente link, la citazione sottostante

LA COLTIVAZIONE DEL BACO DA SETA A BOLOGNA

Questo verme, chiamato anche flugello o verme da seta, allorché è arrivato alla giusta grandezza, viene dalla grossezza di una penna di cigno, e di 2 once di lunghezza. Chiamasi semenza le uova.. le semenze di Spagna, Bologna e di Bergamo sono le migliori, quando non se ne potessero avere di quelle di Sicilia… Quando nasce il feto, grosso come una semenza di papavero, tiene colore grigio ed a misura si ingrandisce e si allunga, diviene sempre più chiaro di colore e dopo quattro differenti mutazioni, nelle quali si cangia di pelle, viene al suo colore naturale, che è bianchiccio un po’ tirante al giallo. Consiste il suo nutrimento in foglie di gelso bianco, che gli si somministrano più volte al giorno, finché lavora nel suo bozzolo. Egli è di estrema delicatezza, e i cattivi odori, lo strepito grande, principalmente quello dei tuoni, l’umidità e il fiato delle persone che si avvicinano, sono bastevoli a farlo ammalare o morire. Sei settimane dopo il nascimento comincia a lavorare il suo bozzolo… allorché sono rinchiusi l’opra è finita, si mutano di natura e diventano farfalle. Per moltiplicarli ed averne la semenza si scelgono i pezzi più belli, tanti di maschi che di femmine, cosa che si riconosce dalla forma essendo quello del maschio meno liscio e puntito nelle due estremità e quello della femmina all’incontro puntito da una parte e rotondo dalla altra… -. Dopo questa bizzarra esposizione forse qualcuno ricorderà che fino a non troppo tempo fa, 30 o 40 anni al massimo, anche nelle nostre campagne la coltivazione del baco da seta era ancora diffusa; molte persone forse ricorderanno di stanze adibite a questa attività dove i bachi appena raccolti, venivano posti su erba secca e distesi nelle «arlén» (arelle) che erano grandi ripiani di canna sovrapposti, e qui nutriti con foglie di gelso fino alla loro maturità.

(«Nuovo Dizionario Scientifico» di Giovanni Francesco Pivati (1786)

 

 

Indice Il Baco da Seta 1936
INDICE

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Bologna capitale della seta

“A scuola riscopriamo Bologna città della seta, tra bachi ‘adottati’ in classe e camminate”

 

a seguire un post su:

La Calciocianamide 1926

Sant’Antonio Abate – 17 Gennaio


Direttamente dalle nostre stalle, dai pollai, e da ogni dove vi fossero animali, dal 1898…dalla Collezione di Santini di mia Mamma, Zola Predosa – Bologna

Sant’Antonio Abate

Chiesa Abbaziale Ss Nicolò ed Agata – Zola Predosa- Sant’Antonio, foto del 1989

Retro Santini

Dalle stalle e dai pollai
Collezione Franca Rocchi, mia madre

Link al post della descrizione sotto:

Al Sit Bulgnais su Sant’Antonio

AVVISO DI FIERA – STATO PONTIFICIO- ZOLA PREDOSA 1838


AVVISO DI FIERA – STATO PONTIFICIO- #ZOLAPREDOSA #1838

16 17 18 Agosto

Il mio trisavolo Rinaldi Luigi nel corso degli ultimi due decenni dell’800 partecipava a questa fiera come proprietario di numerosi capi di bestiame(buoi bianchi) da tiro.

Certamente nulla a che vedere con l’attuale Fiera di paese “Fira ‘d Zola” che presenta pseudo caratteri folkloristici lontani dall’anima antica e dall’origine.

Documento Originale http://www.simonarinaldi.com

31 Luglio 1838 G.Isolani

Si legga il volume del Belletti su Zola Predosa per maggiori dettagli e gli altri miei post con Zola Predosa, Prefilateliche