a cura di Giuseppe Taviani
da: Il Poeta è un fingitore
In una catabasi espressiva limpidamente ambigua-
ma che può manifestarsi anche in forme ambiguamente limpide –
la poesia di Fernando Pessoa sembra offrirsi e ritrarsi senza requie,
inarcata dall’ansia di svelarsi e insieme rintanata nei recessi del non -detto,
anzi dell’indicibile. Una poesia di dissidi irrisolti,
travagliata e complessata fin nella ricerca dei propri autori,
molteplici nell’unità, o del proprio autore,
unico nella molteplicità.
Questo
Dicono che fingo o mento
tutto quel che scrivo. No.
Io semplicemente sento
con l’immaginazione.
Non mi servo del cuore.
Dicono che fingo o mento
tutto quel che scrivo. No.
Io semplicemente sento
con l’immaginazione.
Non mi servo del cuore.
Tutto quel che sogno o passo,
che mi vien meno o finisce,
è come se fosse un terrazzo
su un altra cosa ancora.
E’ questa cosa che è bella.
Per questo scrivo nel mezzo
di quel che non è qui vicino,
libero dal mio incantesimo,
serio di quel che non è.
Sentire? Senta chi legge!
a cura di Giuseppe Taviani
da: Lettere a Ofelia
La follia, l’oscurità, ma anche il candore infantile,
il pudore estremo: l’ambiguo universo
pessoano racchiuso in questo carteggio amoroso,
importante documento dell’unica relazione sentimentale conosciuta
del grande poeta portoghese, struggente testimonianza
della sua incapacità di